Effetto farfalla

RIFLESSIONI

Domenica 09 aprile 2023 • Pasqua del Signore


Per gustare la pasqua di Gesù, che rompe il sepolcro, spezza il bozzolo della nostra esistenza fatta da tante esperienze di morte interiore, ci è di aiuto... la farfalla!
Molte volte preferiamo adattarci al sepolcro, rassegnati ai pietroni che bloccano o le bende che ci vanno strette, striscianti nel passato e chiusi nel presente. Il Risorto, glorioso nella luce dell’alba, a braccia aperte, sembra una meravigliosa farfalla. 
Le ali sono ciò che fanno del bruco una farfalla: la vita nuova. Per usare le ali ci vuole il coraggio di un passaggio radicale (ebraico pesah = pasqua) che rende abitanti dell’infinito e cittadini del cielo, come una farfalla. 
La risurrezione ci riconsegna tre sue caratteristiche.
Una farfalla cerca sempre il lato soleggiato della vita, perché ognuno di noi merita un po’ di luce e di calore, dopo aver lottato per uscire dal bozzolo. 
Però nel momento in cui accetti di allargare l’orizzonte e alzare prospettiva, devi mettere in conto che non si vola mai al primo tentativo, serve darsi tempo e trovare equilibrio con pazienza e costanza. Inoltre sono da considerare i venti contrari, le turbolenze, come pure la possibilità di smarrirsi disorientati. Solo il bruco che striscia non cade mai.
Una farfalla presta sempre attenta cura alle sue ali: non possiamo cambiare se prima non scegliamo di amarci, se non attiviamo le giuste energie nelle piccole attenzioni, se non siamo disposti a mollare tutto ciò che ci zavorra, se non facciamo brillare i colori delle nostre qualità, se non impariamo a prenderci alla leggera.
Una farfalla insegna che non conta per cosa corri, ma per chi ti fermi. Infatti, se insegui una farfalla non riesci mai a prenderla, se invece ti metti a curare un giardino essa verrà da te. 
È il coltivare autoironia su di sé e tolleranza verso gli altri, è il coltivare la capacità di mettersi in discussione, è il coltivare la linfa delle radici, è il coltivare la bellezza degli attimi, è il coltivare la luce dei sorrisi. 
Forse anche per questo noi raffiguriamo l’amore come l’avere le farfalle nello stomaco. Insieme serve la forza di lottare per difendersi dai parassiti. Noia, paura, rabbia, lamentela, rassegnazione, pregiudizi, sono bende di morte, sono bozzoli che imprigionano. 
Quello che il bruco chiama fine del mondo, per tutti si chiama farfalla: non v’accorgete che siam nati a formar l’angelica farfalla? non v’accorgete delle vostre ali leggere, luminose, colorate? 
È la sfida della Pasqua, dell’angelica farfalla, della primavera.

 

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